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I dolori imprigionano.
Non vi è sofferenza maggiore della privazione della libertà.
Il trauma è una realtà della vita, ma non per questo dev’essere una condanna a vita.
– Peter A. Levine –
Il trauma ci accompagna fin dalla nascita (postnatale) e ancor prima durante la gestazione (prenascita) può accadere che eventi esterni e/o interni (come infezioni, minacce di aborto) e accadimenti vari hanno un impatto sulla proprio esistenza.
Il trauma è un evento di vita ed ha la stessa valenza dolorosa quanto quello fisico (fratture, ustioni, tagli, ulcere et al.).
Il principio di cura del trauma psichico (rifiuto, abbandono, abusi et al.) segue lo stesso principio di cura di quello fisico-corporeo, come si ricorre alla medicazione o ad un operazione d’urgenza per intervenire su un evento acuto così si deve intervenire sull’organismo psichico.
Sebbene i sintomi psichici possono essere meno visibili di quelli fisici la presenza del dolore emotivo e psicologico è il segnale di sofferenza e di stato di malessere.
Non vi è una classificazione di eventi più o meno traumatici perché ogni accadimento esterno (abbandono, maltrattamento, fallimento et al.) o interno (stato di malattia, infezione, virus et al.) interagisce con il nostro “sistema immunitario” psicologico che determina la soluzione dell’elaborazione dell’evento che ha colpito la persona.
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